di Beatrice Filiputti
L’essere umano è dotato di per sé di capacità sociali. Queste ultime si sviluppano addirittura nei primi stadi infantili (Kovács et al., 2010) e rimangono un’abilità critica per tutto l’arco di vita (Ronay et al., 2015).
L’acquisizione di abilità sociali è infatti fondamentale per lo sviluppo di una buona comunicazione e consecutivamente anche per la salute mentale e il proprio benessere.
Harvey et al., 2016
Diversi disturbi psichiatrici e neurologici sono caratterizzati da menomazioni nel funzionamento sociale: si prendano ad esempio l’elaborazione alterata dei volti nell’autismo (Dalton et al., 2005; Klin et al., 2002; Pelphrey et al., 2002; Spezio et al., 2007) o nella prosopagnosia (Damasio et al.,1990), o le tendenze ad avvicinarsi a estranei nella sindrome di Williams (Järvinin-Pasley et al., 2010; Pober, 2010; Porter et al., 2007).
Anche nei disturbi non necessariamente associati a danni di tipo neurologico o genetico, si può notare un impatto sulle relazioni e le abilità sociali: la difficoltà nel funzionamento sociale è quindi un criterio diagnostico chiave per diversi disturbi psichiatrici, come la depressione e la schizofrenia (Kennedy & Adolphs, 2012).
Che cos’è la cognizione sociale?
La cognizione sociale si riferisce al modo in cui elaboriamo le informazioni sociali, il quale è alla base di abilità come il rilevamento delle emozioni altrui e la risposta appropriata a queste ultime.
Henry et al., 2016
La cognizione sociale è quindi l’insieme dei processi mentali che ci permette di comprendere e rappresentare le persone e i gruppi sociali, regolare le nostre emozioni, stabilire norme sociali e morali per poi rispettarle.
Sostanzialmente si tratta della somma dei processi neurocognitivi che permettono di adattarci a un gruppo e alla società (Bertoux, 2017).
La cognizione sociale ha alla base delle funzioni cognitive trasversali, per questo non ha una localizzazione specifica all’interno del cervello (Bertoux, 2017). Esse sono: la Teoria della Mente, ovvero la capacità di capire che gli altri possano avere credenze, intenzioni, desideri, bisogni diversi dai nostri; l’empatia, cioè la capacità di comprendere e rispondere all’esperienza emotiva altrui; il decision making, vale a dire la capacità di prendere delle decisioni per raggiungere un obiettivo tenendo conto delle scelte altrui; la cognizione morale, quindi la capacità della persona di emettere giudizi morali in base ai propri valori culturali e sociali.
Difficoltà della cognizione sociale nei disturbi psichiatrici
L’empatia affettiva è compromessa in molti disturbi che presentano un danno cerebrale relativamente diffuso, tra cui lesioni cerebrali traumatiche e demenza (Hillis, 2014), e in molti disturbi della personalità.
Alcuni studi mostrano infatti come la risposta empatica affettiva possa essere disfunzionale anche nel disturbo narcisistico di personalità (Baskin-Sommers et al., 2014), o nel disturbo antisociale di personalità. Inoltre, le persone che manifestano psicopatie mostrerebbero una specifica rottura dei processi neurali che supportano la capacità di sperimentare le emozioni altrui (Meffert et al., 2013).
La Teoria della Mente sembra essere particolarmente implicata nella schizofrenia, in cui compromissioni dell’interazione sociale e anomalie associate (difficoltà nel mantenere i rapporti con la famiglia e gli amici, il disimpegno da attività socialmente importanti, come il lavoro o lo studio, la scarsa cura di sé) sono caratteristiche chiave per emettere diagnosi (APA, 2013).
Si ritiene che questi sintomi clinici e anomalie comportamentali riflettano un disturbo dell’organizzazione della rete cerebrale o disconnettività funzionale (Fett et al., 2011).
Infine alcuni studi osservano anche un disturbo variabile della cognizione sociale nella depressione (in relazione alla gravità dei sintomi depressivi e con la compromissione esecutiva (Bora & Berk, 2016)) e nel disturbo bipolare (più grave nella fase acuta, ma presente anche nel paziente eutimico (Bora et al., 2016)).
Bibliografia
- American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders Fifth Edition (American Psychiatric Publishing, 2013)
- Baskin-Sommers A, Krusemark E, Ronningstam E (2014) Empathy in narcissistic personality disorder: from clinical and empirical perspectives, Personality Disorders 5, 323–333
- Bertoux M (2017), Cognizione sociale, EMC – Neurologia
- Bora E, Berk M (2016) Theory of mind in major depressive disorder: a meta-analysis, Journal of Affective Disorders; 191:49–55
- Bora E, Bartholomeusz C, Pantelis C (2016) Meta-analysis of Theory of Mind (ToM) impairment in bipolar disorder, Psychological Medicine;46:253–64
- Dalton KM, et al. (2005) Gaze fixation and the neural circuitry of face processing in autism, Natural Neuroscience, 8:519–526
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- Fett AK et al. (2011) The relationship between neurocognition and social cognition with functional outcomes in schizophrenia: a meta-analysis, Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 35, 573–588
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- Hillis, AE (2014) Inability to empathize: brain lesions that disrupt sharing and understanding another’s emotions, Brain, 137, 981–997
- Järvinin-Pasley A, et al. (2010), Affiliative behavior in Williams Syndrome: social perception and real-life social behavior, Neuropsychologia, 48:2110–2119
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- Kovács ÁM, Téglás E, Endress AD (2010) The social sense: susceptibility to others’ beliefs in human infants and adults, Science 330, 1830–1834
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