di Laura Forchione
Che cosa sono?
Le dislalie infantili sono dei disturbi dell’articolazione, caratterizzate da una scorretta pronuncia di uno o più fonemi.
Sono piuttosto frequenti durante lo sviluppo linguistico dei bambini in quanto la capacità di eseguire i movimenti necessari per la corretta produzione dei suoni può essere inadeguata.
Come si manifestano e quando?
Nel momento in cui i bambini imparano a parlare è fisiologico che non lo facciano correttamente.
Tuttavia, con il passare del tempo, il linguaggio tende man mano a svilupparsi e dovrebbe migliorare la pronuncia, ma non sempre accade.
È possibile che anche dopo i 3 anni permane l’alterazione, l’omissione o la sostituzione di alcuni fonemi, rendendo l’eloquio poco intelligibile.
Come si fa la diagnosi?
È importante, innanzitutto, specificare che le cause delle dislalie infantili possono essere differenti:
- fisiologiche: gli organi non sono ancora del tutto sviluppati;
- funzionali: alterato funzionamento degli organi periferici del linguaggio;
- organiche: alterazioni a carico degli organi preposti alla produzione del linguaggio e, a seconda della regione interessata, possono essere classificate in labiali, linguali, dentali, palatali, nasali, mandibolari;
- audiogene: è presente un deficit dell’udito tale da impedire l’acquisizione della capacità di esprimersi normalmente, in quanto è presente una distorsione a livello percettivo dei suoni.
Per questo motivo è fondamentale rivolgersi al medico specialista per individuare la causa che determina la dislalia. Il logopedista si occupa del trattamento di tali problematiche che, se trascurate, possono influire negativamente a livello socio-comunicativo e scolastico. È importante, infatti, che siano risolte prima dell’inizio della scuola elementare per evitare che ci siano delle ricadute sugli apprendimenti.
Come si curano?
Il logopedista, dopo un’attenta valutazione delle strutture oro-facciali e dell’aspetto articolatorio attraverso l’utilizzo di test specifici, pianifica un intervento che prevede inizialmente una serie di attività finalizzate a migliorare il movimento articolatorio per allenare le strutture fono-articolatorie deputate alla produzione dei fonemi, successivamente si procede con la corretta impostazione fonetica dei suoni alterati.
Il bambino imparerà a discriminare i fonemi a livello percettivo per poi acquisire, attraverso imitazione, lo schema articolatorio per la produzione dei singoli fonemi.
Solo in una fase successiva si procederà con la corretta produzione del fonema all’interno di sillabe, parole e frasi, fino a quando non verrà poi generalizzato nell’eloquio spontaneo.
Cosa possono fare i genitori per aiutare il bimbo?
In questa fase, è molto importante il coinvolgimento dei genitori in quanto, una volta che il logopedista ha impostato il fonema corretto, è necessario svolgere degli esercizi a casa in modo che il bambino automatizzi la produzione del suono.
Il tutto può essere svolto anche con semplici attività ludiche che mirano, ad esempio, ad allenare le strutture oro-facciali coinvolte nella produzione del fonema target, alla denominazione di immagini, alla produzione di frasi o al racconto di storie, fino alla correzione e risoluzione della dislalia nell’eloquio spontaneo.
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