12 Nov 2020

L’impatto del tutoraggio sulla salute mentale dei bambini con DSA e ADHD

di Claudia Falcone


DSA E ADHD

I Disturbi specifici dell’Apprendimento (DSA) e il Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) sono disturbi evolutivi di origine neurobiologica, di diversa natura.

I DSA fanno riferimento ad un gruppo eterogeneo di difficoltà, che coinvolgono diverse aree dell’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo).

L’ADHD, invece, è un disturbo che si caratterizza per la presenza di sintomi che riguardano il deficit di attenzione (difficoltà a regolare e dirigere l’attenzione), l’iperattività (eccesso di movimenti) e l’impulsività (tendenza all’agire senza riflettere sulle possibili conseguenze) (APA, 2013).

Entrambi questi disturbi sono generalmente diagnosticati nell’infanzia, possono presentarsi insieme (Tabassam e Grainger, 2002) e avere ripercussioni in tutti i principali ambiti della vita del bambino: familiare, scolastico e sociale.
Considerando che si tratta d’individui in età dello sviluppo, l’ambito scolastico risulta quello più importante, perché implica processi non solo cognitivi ma anche psicologici, emotivi e sociali (Tobia e Marzocchi, 2011).

Aspetti psicologici, emotivi e sociali nei bambini con DSA e ADHD

Diversi studi hanno descritto quali sono i principali aspetti emotivi e relazionali che caratterizzano i bambini con DSA/ADHD (Mammarella, 2016; Tabassam e Grainger, 2002). In generale, questi bambini possono manifestare sintomi ansiosi, depressivi e un’autostima bassa (Haft et al., 2019).
Da un punto di vista socio-relazionale, invece, possono emergere maggiori difficoltà nelle interazioni sociali e nelle relazioni interpersonali, rispetto ai bambini senza difficoltà (Bryan et al. 2004; Cornoldi et al.2001).

Le difficoltà cognitive, gli insuccessi e le frustrazioni frequenti in ambito scolastico possono portare a delle complicanze sul piano psicologico, relazionale ed emotivo.

Il bambino può, infatti, sviluppare un senso di sfiducia nelle proprie capacità e una demotivazione ad apprendere (Marinelli, 2016), queste a loro volta provocano un aumento della probabilità d’insuccesso, attivando una “profezia che si auto-avvera”, ossia la realizzazione delle aspettative negative circa gli esiti dell’apprendimento.

Così facendo si sedimenta un circolo vizioso: l’alto livello di ansia, causato dal senso di incapacità e dalla preoccupazione per un possibile insuccesso, interferisce con l’esecuzione del compito, compromettendo la prestazione del bambino, il quale conferma la sua credenza «non posso farcela» e il suo senso di incapacità e inadeguatezza (Vio et al., 2018;).
Questa situazione, a lungo andare, può portare il bambino alla creazione di un concetto di sé negativo, ad un abbassamento dell’autostima e allo sviluppo di sintomi depressivi (Tabassam e Grainger, 2002).

L’intervento di tutoraggio in bambini con DSA e ADHD

Molti bambini con DSA e/o ADHD seguono un intervento di tutoraggio mirato al potenziamento di tutti gli aspetti cognitivi che risultano più fragili. Tuttavia, affinché l’intervento sia efficace è necessario considerare anche gli aspetti emotivi, motivazionali e sociali.
In letteratura sono presenti diversi studi che evidenziano l’efficacia e le influenze positive di un programma di tutoraggio sul benessere mentale, sulle traiettorie di sviluppo (Eby et al. 2008), (Tolan et al., 2014) e sull’autostima di questi bambini (Ahrens et al.2010).

Un recente studio ha valutato l’impatto di un programma di tutoraggio sulla salute mentale e sul benessere socio-emotivo di bambini con DSA/ADHD (Haft et al., 2019).

Nello studio vengono confrontate le ‘misure di autovalutazione’, acquisite tramite la somministrazione di questionari, che andavano ad indagare sintomi ansiosi, sintomi depressivi, relazioni interpersonali e autostima, prima e dopo un programma di tutoraggio, in 3 diversi gruppi:

  • bambini con DSA/ADHD inseriti in un programma di tutoraggio;
  • bambini con DSA/ADHD non inseriti in un programma di tutoraggio;
  • bambini senza DSA/ADHD inseriti in un programma di tutoraggio.

I risultati evidenziano che nell’autovalutazione del pre-trattamento i bambini con DSA/ADHD presentano maggiori sintomi depressivi e minore livello di autostima, rispetto ai loro coetanei senza DSA/ADHD.

Particolarmente interessanti, inoltre, sono i risultati post trattamento. Dopo un periodo di tutoraggio individuale della durata di tutto l’anno scolastico, i risultati evidenziano che i bambini con DSA/ADHD presentano una riduzione dei sintomi depressivi e un aumento nell’autostima, rispetto all’inizio dell’anno scolastico.
Al contrario, i bambini con DSA/ADHD che non hanno seguito il programma di tutoraggio, mostrano un aumento dei sintomi depressivi e un abbassamento dell’autostima, rispetto all’inizio dell’anno.
Infine il gruppo di bambini senza DSA/ADHD non mostra differenze significative sulle variabili esaminate tra pre e post trattamento.

Questo studio, dimostra che un programma di tutoraggio può condurre a effetti positivi sul benessere socio-emotivo e sulla salute mentale dei bambini con DSA/ADHD.

Lo studio evidenzia, inoltre, che questo effetto positivo è il frutto, non tanto del contenuto del tutoraggio, ma piuttosto della qualità della relazione tra il bambino e il tutor (Haft et al., 2019).

Interventi di tutoraggio efficaci

Un intervento di tutoraggio risulta efficace quando, oltre ad agire sul piano cognitivo e degli apprendimenti, agisce anche sul benessere socio emotivo del bambino.

A tal fine risulta importante non solo il “contenuto” del tutoraggio, ma anche la qualità della relazione con il tutor, che deve essere finalizzata a comprendere e aiutare il bambino, attraverso la strutturazione di un rapporto empatico.
Risulta, quindi, fondamentale costruire un rapporto di fiducia con il bambino al fine di metterlo in grado di comunicare i propri pensieri ed emozioni.

Pertanto, in un programma di tutoraggio, oltre obiettivi prettamente riabilitativi si affiancano quelli sul piano psicologico ed emotivo, mirati a:

  • aiutarlo a capire che le basse prestazioni, a scuola e nello studio a casa, non sono conseguenza della sua incapacità o della mancanza d’intelligenza;
  • aiutarlo nella gestione della frustrazione in associazione ai fallimenti scolastici;
  • aiutarlo a costruire un’immagine di sé più positiva;
  • aiutarlo ad elevare la sua autostima, supportando l’idea di essere una persona capace;
  • aiutarlo nel potenziamento delle abilità sociali promuovendo sentimenti di sicurezza nelle relazioni interpersonali;
  • incrementare la capacita di fronteggiamento di situazioni problematiche e/o di socializzazione.

Bibliografia

Haft et al. (2019). Impact of mentoring on socio-emotional and mental health outcomes of youth with learning disabilities and attention-deficit hyperactivity disorder. Child Adolescent Health. 2019 Nov;24 (4):318-328.

Ahrens, K., Du Bois, D.L., Lozano, P., & Richardson, L.P. (2010). Naturally acquired mentoring relationships and young adult outcomes among adolescents with learning disabilities. Learning Disabilities Research and Practice, 25, 207–216.

APA (2014) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali quinta edizione DSM 5, Raffaello Cortina Editore.

Bryan T, Burstein K, Ergul C. The Social-Emotional Side of Learning Disabilities: A Science-Based Presentation of the State of the Art. Learning  Disability Quarterly. 2004;27(1):45-51.

Cornoldi C., De Meo T., Offredi  F., Vio C. (2001). Iperattività e autoregolazione cognitiva. Ed. Erikso

Eby, L.T., Allen, T.D., Evans, S.C., Ng, T., &Du Bois, D.L. (2008). Does mentoring matter? A multidisciplinary meta analysis

Comparing mentored and non-mentored individuals .Journal of Vocational Behavior, 72, 254–267, 1 Vio, P. E.Tressoldi, G. Lo Presti (2018). Diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento scolastico. Ed. Erikson

Tabassam, W., &Grainger, J. (2002). Self-concept, attributional style and self efficacy beliefs of students with learning disabilities with and without attention deficit hyperactivity disorder. Learning  Disability Quarterly, 25, 141-151.

Marinelli  C.V., Romano G., Cristalli I., Franzese A. e Di Filippo G. (2016). Autostima, stile attributivo e disturbi internalizzanti in bambini dislessici, «Dislessia» vol. 13, n. 3, pp. 297-310

Tobia & Marzocchi (2011). Il benessere nei bambini con disturbi specifici dell’apprendimento e nei loro genitori: uno studio pilota con il Questionario sul Benessere Scolastico – versione per genitori. Ricerche di psicologia. 21. 499-517. 10.3280/RIP2011-004004.

Mammarella IC, Ghisi M, Bomba M, Bottesi G, Caviola S, Broggi F, Nacinovich R.(2016)Anxiety and Depression in Children With Nonverbal Learning Disabilities, Reading Disabilities, or Typical Development. J Learn Disabil. 2016 Mar-Apr;49(2):130-9.

Tolan, P.H., Henry, D.B., Schoeny, M.S., Lovegrove, P., &Nichols, E. (2014). Mentoring programs to affect delinquency

And associated outcomes of youth at risk: A comprehensive meta-analytic review. Journal of Experimental Criminology, 10, 179–206

CONTATTACI

PER RICEVERE MAGGIORI INFORMAZIONI O PRENOTARE UN APPUNTAMENTO CON ISTITUTO SANTA CHIARA, SCEGLI LA TUA SEDE.

CONTATTI ROMA

CLICCA QUI PER LA PAGINA DEI CONTATTI

OPPURE COMPILA IL FORM

Devi accettare le condizioni sulla privacy

Contatta le altre sedi in Italia

CONTATTI LECCE

CLICCA QUI PER LA PAGINA DEI CONTATTI

OPPURE COMPILA IL FORM

Devi accettare le condizioni sulla privacy

CONTATTI LADISPOLI

CLICCA QUI PER LA PAGINA DEI CONTATTI

OPPURE COMPILA IL FORM

Devi accettare le condizioni sulla privacy

CONTATTI MAGLIE

CLICCA QUI PER LA PAGINA DEI CONTATTI

OPPURE COMPILA IL FORM

 

Devi accettare le condizioni sulla privacy

CONTATTI CASTRIGNANO De' GRECI

CLICCA QUI PER LA PAGINA DEI CONTATTI

OPPURE COMPILA IL FORM

 

Devi accettare le condizioni sulla privacy

CONTATTI SAN VITO DEI NORMANNI

CLICCA QUI PER LA PAGINA DEI CONTATTI

OPPURE COMPILA IL FORM

Devi accettare le condizioni sulla privacy

CONTATTI MERINE

CLICCA QUI PER LA PAGINA DEI CONTATTI

OPPURE COMPILA IL FORM

Devi accettare le condizioni sulla privacy

Open chat
Apri chat
Ciao
Come possiamo aiutarti?