La Comunicazione Aumentativa Alternativa – CAA è un insieme di strategie, tecniche e strumenti che hanno l’obiettivo di supportare o sostituire il linguaggio verbale nelle persone che, per motivi diversi, non riescono a comunicare efficacemente con le parole (Beukelman & Mirenda, 2013; CSCA, 2020). Non è un metodo unico, ma un approccio flessibile, sempre personalizzato, che si adatta ai bisogni individuali di ogni persona.
Che cos’è la CAA
Il termine si compone di due parti fondamentali:
- Aumentativa, perché non riduce né sostituisce, ma potenzia le capacità comunicative residue della persona.
- Alternativa, perché offre modalità diverse dal linguaggio orale quando questo non è sufficiente o non è presente.
Si tratta quindi di un valido aiuto in caso di difficoltà comunicative: non limita, ma amplia le possibilità espressive. È ancora diffusa la credenza che offrire immagini o simboli a un bambino significhi “togliere stimolo al parlare”. In realtà, studi e pratica clinica dimostrano l’opposto (Capirci & Cattani, 2019): linguaggio e comunicazione sono profondamente intrecciati, e un canale può stimolare e rafforzare l’altro.
A chi si rivolge
La CAA può essere utile a:
- persone con disabilità motorie o cognitive;
- soggetti con disturbi del neurosviluppo (come l’autismo);
- persone che hanno perso la capacità di parlare a causa di malattie neurodegenerative o lesioni cerebrali;
- bambini con difficoltà temporanee di linguaggio.
Non riguarda solo chi la utilizza, ma anche il suo ambiente: familiari, insegnanti, operatori e compagni diventano parte integrante del processo comunicativo.
Come funziona la CAA
Il punto di partenza è sempre la persona. Prima di proporre strumenti e strategie, bisogna comprendere:
- il livello cognitivo e il grado di astrazione raggiunto;
- quali stimoli gli risultano più chiari (sensoriali, oggettuali, fotografici, simbolici);
- le competenze comunicative già presenti, come gesti, sguardo, modalità comportamentali.
I livelli di attribuzione del significato possono andare da quello più concreto (la sensazione o l’oggetto reale, es. mostrare lo spazzolino per segnalare che è il momento di lavarsi i denti) fino a simboli e concetti più astratti (icone, metafore, modi di dire). Per essere efficace, la CAA deve adattarsi a questo percorso evolutivo.
Il logopedista valuta non solo le abilità residue, ma anche le potenzialità: la CAA può integrare il linguaggio verbale e persino favorirne lo sviluppo. Un esempio pratico: un bambino che utilizza immagini o simboli per esprimere una richiesta può essere incoraggiato ad accompagnare il gesto con la parola, migliorando così anche l’articolazione e l’intellegibilità.
Strumenti e strategie della CAA
Gli strumenti possono essere molto diversi, e vengono scelti in base all’età, alle capacità motorie e cognitive, e alle esigenze specifiche:
- pittogrammi e simboli visivi, organizzati in tabelle o quaderni,
- comunicazione gestuale o segni adattati,
- tecnologie assistive, come tablet con software dedicati, comunicatori dinamici e sintetizzatori vocali,
- routine comunicative strutturate, che rendono prevedibili e comprensibili le interazioni.
L’obiettivo non è mai l’uso dello strumento in sé, ma la possibilità di partecipare alla vita quotidiana: ordinare il cornetto al bar, chiedere di giocare, esprimere un bisogno o un’emozione.
L’importanza della CAA
La comunicazione è un diritto fondamentale: poter esprimere bisogni, emozioni e desideri significa avere accesso a una vita più autonoma, dignitosa e inclusiva.
La CAA non è solo un aiuto pratico, ma un vero ponte verso la partecipazione sociale e scolastica (ISAAC, 2021; WHO-ICF framework). Valorizza le potenzialità della persona e la rende protagonista attiva delle proprie relazioni e della propria quotidianità.
Presso Istituto Santa Chiara di Lecce è possibile intraprendere percorsi riabilitativi che integrano la Comunicazione Aumentativa Alternativa – CAA.
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Direttore sanitario: dott. Antonio Leo
Bibliografia
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Beukelman, D.R., & Mirenda, P. (2013). Augmentative and Alternative Communication: Supporting Children and Adults with Complex Communication Needs. Brookes Publishing.
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Capirci, O., & Cattani, A. (a cura di). (2019). Comunicazione Aumentativa e Alternativa. Guida per operatori, familiari, insegnanti. Erickson.
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Bondioli, A., & Ghedin, E. (2010). La comunicazione aumentativa alternativa: aspetti teorici, clinici e operativi. FrancoAngeli.
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Giaconi, C., & Del Bianco, N. (a cura di). (2020). Disabilità, tecnologie e qualità della vita: prospettive di intervento. FrancoAngeli.
Fonti istituzionali e linee guida
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CSCA – Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa. https://caa.it
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ISAAC – International Society for Augmentative and Alternative Communication. https://isaac-online.org
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ISS – Istituto Superiore di Sanità. https://www.iss.it
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AIRS – Associazione Italiana per la Ricerca sulla Sordità. https://www.airs.it
Quadri normativi e di riferimento
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WHO (2001). International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF). World Health Organization.
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WHO (2021). World Report on Disability. World Health Organization.
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ONU (2006). Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD).




