di Agnese Valguarnera
L’autismo, o più precisamente, i disturbi dello Spettro dell’autismo sono una sindrome comportamentale.
Nel DSM 5 sono inclusi tra i disturbi del neurosviluppo e da questo vengono definiti secondo due principali criteri:
- deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale
- pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi, presenti sin dalla prima infanzia (APA, 2013).
L’autismo può manifestarsi in età adulta?
Generalmente l’autismo dura per tutta la vita: i bambini con autismo crescono fino a diventare adulti con autismo.
Tuttavia, si sa ancora relativamente poco sulla vita degli adulti con lo spettro autistico, soprattutto quando questo è stato diagnosticato successivamente (Finch et al., 2022).
Diagnosi di autismo in età adulta
Fare diagnosi di autismo in età adulta non è facile, soprattutto per il fatto che spesso i sintomi sono diversi e meno evidenti, e non è raro che vengano confusi con diagnosi di altro tipo, come disturbi attentivi, depressivi o di personalità.
Può accadere, infatti, che i sintomi si manifestino anche più in la rispetto al periodo precoce dello sviluppo, magari per esigenze sociali limitate o perché mascherati da strategie apprese in età successive (APA, 2013).
La ricerca sulla prognosi, sui risultati o sugli interventi efficaci per gli adulti ASD è molto più limitata, rendendo questi soggetti più svantaggiati in diversi modi, compresa salute fisica e mentale (Howlin et al., 2012).
Da uno studio di Croen del 2015 è emerso che gli adulti con autismo avevano tassi significativamente aumentati per tutti i principali disturbi psichiatrici (ansia, depressione, DOC, schizofrenia, tentativi di suicidio, disturbo bipolare), così come una maggiore comorbilità era stata trovata anche con malattie quali disturbi gastrointestinali, del sonno, diabete e malattie immunitarie.
Per gli adulti con autismo (ASD) è molto più probabile che essi siano riconosciuti e sostenuti se hanno anche una grave disabilità intellettiva, mentre quelli con livelli di funzionamento più elevati tendono a essere trascurati nella comunità, soprattutto a livello di cure (Brugha, 2011).
Alla base di tutto c’è una mancata conoscenza di quello che è l’autismo, che non è un problema di salute mentale, non è una caratteristica distaccata da questi soggetti, ma è il modo in cui funziona il loro cervello.
Si tratta di persone che spesso si sono sentite “fuori dal cerchio” in diversi contesti (scolastici, lavorativi, interpersonali), che hanno da soli messo in atto delle strategie per cercare di “funzionare bene” e quindi di “mimetizzarsi” in mezzo agli altri.
L’idea soggettiva di molte persone con autismo di sentirsi “non adatte” deriva soprattutto dal sentirsi incapaci di giudicare il significato inteso delle comunicazioni degli altri e, di conseguenza, della loro incapacità di comunicare efficacemente con gli altri (Finch, 2022).
Si tratta di incomprensioni che in realtà spesso rimangono anche quando lo status di persona con autismo è noto, ed è in relazione alla scarsa conoscenza dell’autismo che porta quindi a fraintendere spesso la gamma delle caratteristiche comportamentali di questa sindrome.
Gli adulti con autismo sono perennemente impegnati nel “conformarsi” a quelle che sono le aspettative degli altri, in tutti i campi. È un enorme sforzo che mettono in atto per nascondere le loro difficoltà sociali, legate soprattutto alla comunicazione, per evitare di essere esclusi, emarginati, licenziati. Ci sono però alcune caratteristiche attribuibili all’autismo che, in realtà, sembra che ad alcuni soggetti abbiano permesso anche di funzionare meglio sul lavoro, come il distacco emotivo o la capacità di mantenere un focus sulla procedura (Finch, 2022).
Autismo ed età adulta
L’autismo in età adulta è ancora oggi un settore di ricerca aperto.
Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio i fattori sociali, biologici, psicologici e di accesso all’assistenza sanitaria alla base di queste osservazioni, ma soprattutto è indispensabile un approccio più centrato sulla persona, per comprendere meglio i bisogni degli adulti con autismo (Gotham, 2015; Nicolaidis, 2015).
Altrettanto indispensabile è sicuramente creare una rete e un’assistenza che permetta non solo alle famiglie delle persone ASD, ma al pubblico in generale, di conoscere e riconoscere bene le caratteristiche, invisibili e quindi spesso incomprensibili, di questo disturbo.
Non sono rari infatti parenti di persone con autismo che, in seguito alla diagnosi tardiva, abbiano provato sentimenti di colpa per non essersene accorti tempestivamente (Finch, 2022).
Capire la storia clinica della persona è di fondamentale importanza, così come l’utilizzo appropriato di alcuni test di valutazione tra i quali ADOS, AQ e RAADS-R.
Sicuramente non si può parlare di un unico approccio terapeutico, ma questo dovrebbe essere di tipo integrato con un’equipe multidisciplinare, mirato a uno scopo abilitativo e psicoeducativo, anche con il coinvolgimento dei familiari.
Bibliografia
American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.
Brugha TS, McManus S, Bankart J, et al. Epidemiology of Autism Spectrum Disorders in Adults in the Community in England. Arch Gen Psychiatry. 2011;68(5):459–465.
Croen, L. A., Zerbo, O., Qian, Y., Massolo, M. L., Rich, S., Sidney, S., & Kripke, C. (2015). The health status of adults on the autism spectrum. Autism, 19(7), 814–823.
Finch, T. L., Mackintosh, J., Petrou, A., McConachie, H., Le Couteur, A., Garland, D., & Parr, J. R. (2022). “We couldn’t think in the box if we tried. We can’t even find the damn box”: A qualitative study of the lived experiences of autistic adults and relatives of autistic adults. PloS one, 17(3), e0264932.
Gotham K., et al.., Characterizing the daily life, needs, and priorities of adults with autism spectrum disorder from Interactive Autism Network data. Autism, 2015. 19(7): p. 794–804.
Howlin P, Moss P. Adults with autism spectrum disorders. Canadian Journal of Psychiatry. 2012;57:275–283. Nicolaidis C., et al.., “Respect the way I need to communicate with you”: Healthcare experiences of adults on the autism spectrum. Autism, 2015