29 Giu 2020

Dipendenza da internet

di Chiara Carriero


Nell’ultimo decennio il concetto di Dipendenza ha subito una forte dilatazione: mentre prima si rivolgeva al consumo di sostanze (eroina, tabacco, alcol, ecc.), adesso l’oggetto della dipendenza può essere un’attività socialmente accettata. Nascono, quindi, le Nuove Dipendenze o New Addiction, come dipendenza da gioco d’azzardo, sesso, lavoro, shopping compulsivo e Internet.

Dipendenza da smartphone e nomofobia

La Nomofobia (No Mobile Phobia) si riferisce al disagio, ansia, nervosismo provati quando non si può usare il proprio telefono (Bragazzi, N. L., & Del Puente, G., 2014) e alla paura di essere irraggiungibili e rimanere senza contatto con la tecnologia (Pucciarelli et al., 2018).
Le caratteristiche principali della nomofobia sono:

  • Uso impulsivo dello smartphone
  • Controllo costante per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate
  • Sentirsi ansiosi e nervosi al pensiero di perdere il proprio telefono
  • Mantenere il telefono sempre acceso e avere poche interazioni sociali (Bragazzi, N. L., & Del Puente, G., 2014).

L’uso eccessivo dei dispositivi digitali può portare alla dipendenza e questo ha spinto i ricercatori a condurre ulteriori indagini sulla nomofobia.

Alcuni studi riferiscono che essa possa condurre a forti percezioni di ansia e stress (Cheever et al, 2014) e possa sfociare anche in idee suicidarie (Wang et al. 2014).
Da uno studio condotto in una popolazione di studenti di ingegneria, nel Nord di Taiwan, si evince che la Dipendenza da Smartphone ha diversi aspetti simili ai disturbi correlati all’uso di sostanze stupefacenti (Lin et al., 2014).

In particolare, sembrerebbe che gli smartphone causino:

  • Comportamento compulsivo,
  • Tolleranza (bisogno di aumentare la quantità di tempo sul telefono per raggiungere l’eccitazione desiderata),
  • Craving (desiderio improvviso e incontrollabile per l’oggetto gratificante)
  • Ripetuti tentativi di smettere (Aguilera-Manrique et al., 2018)

Dipendenza da internet

La Dipendenza da Internet, nota anche come Internet Addiction Disorder (IAD) è un disturbo legato all’utilizzo intenso e ossessivo di internet (Caretti et al., 2009).

Il termine ‘Internet Addiction’ venne proposto da Ivan Goldberg (1995), che suggerì come criteri diagnostici quelli della dipendenza da altre sostanze: uso maladattivo di internet, che conduce a menomazione o disagio clinicamente significativi.

Questo uso eccessivo si traduce in sintomi cognitivi e comportamentali, tra cui la perdita di controllo, compromissione dei processi decisionali (Sim T. et al. 2012), alterazione del tono dell’umore e conseguenti disturbi nell’area sociale e lavorativa (Young K., 1998).
La dipendenza da Internet risulta frequentemente associata ad altri disturbi psichiatrici, tra cui depressione e ansia sociale (Ko C. et al., 2012) e a seconda dell’oggetto o dell’attività verso cui si struttura, il disturbo può assumere diverse forme:

  • Cybersex addiction, dipendenza da sesso virtuale
  • Cyber relational addiction, tendenza ad instaurare rapporti d’amicizia con persone conosciute on-line
  • Information overload (sovraccarico cognitivo), bisogno eccessivo di reperire notizie, aggiornamenti, ricerche su internet
  • Computer addiction, giochi interattivi virtuali in cui i partecipanti interagiscono tra di loro (shaffer et al., 2000)
  • Net gaming o net compulsion, dipendenza dai giochi in rete, compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogame e lo shopping compulsivo

Sintomi della dipendenza da internet

Parlare di causa e sintomatologia non è semplice perché non esiste ancora oggi un’uniformità di pensiero riguardo questa patologia. La IAD presenta segni e sintomi paragonabili al gioco d’azzardo patologico, in quanto comporta la perdita di controllo senza implicare un’intossicazione da sostanza.
Tuttavia non è ancora presente sul DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), perché necessita di ulteriori studi prima della sua validazione. Diversi studiosi affermano che non può essere classificata come uno specifico disturbo psichiatrico, ma deve essere considerata come un sintomo psicologico che può manifestarsi nell’ambito di differenti quadri diagnostici e clinici (Fiumana V., 2011).

Ciononostante, tra le più importanti conseguenze della IAD ricordiamo: 

  • Modificazioni psicologiche: se ai soggetti viene impedito di usare internet diventano irritabili, ansiosi, tristi e con pensieri ossessivi su cosa accade on-line, effetto che si riduce con l’uso del telefono
  • Negazione del problema: i soggetti che utilizzano la rete, oltre a non rendersi conto delle ore trascorse dinanzi allo schermo, tendono ad alterarsi facilmente con chi li disturba e continuano a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici
  • Problemi fisici: stanchezza cronica, ridotta efficienza del sistema immunitario, alterazioni dell’appetito, cefalea, alterazioni della vista, comparsa di problemi ortopedici, come mal di schiena e la sindrome del tunnel carpale. Alcuni soggetti possono presentare crisi epilettiche che si verificano per l’incessante stimolazione visiva dovuta alla lunga permanenza di fronte allo schermo del computer
  • Conseguenze familiari: la IAD interferisce con la vita relazionale del soggetto. Sono trascurate le occupazioni personali, familiari o professionali
  • Problemi lavorativi e sociali: riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet e riduzione progressiva del rendimento scolastico o lavorativo
  • Problemi finanziari: si verificano nei casi in cui il soggetto partecipi ad aste, commercio virtuale o gioco d’azzardo on line.

 

Studi di neuroimaging

Gli studi di neuroimaging hanno contribuito all’identificazione delle aree cerebrali coinvolte e alterate dalla dipendenza da Internet. Dagli studi emerge che la IAD comporta cambiamenti strutturali e funzionali in regioni cerebrali coinvolte nei processi emotivi, decisionali, di attenzione esecutiva e di controllo cognitivo (Young K. 1998).

Inoltre, i ricercatori suggeriscono che la IAD condivida meccanismi neurobiologici, attivazione di aree cerebrali, anomalie strutturali e funzionali simili ad altre forme di dipendenza da sostanze (Yuan K. et al., 2011). Il circuito cerebrale che media il desiderio per i videogiochi online, ad esempio, è simile a quello elicitato da stimoli correlati ad alcol e droghe (Ko C.H. et al., 2009).

Uno studio condotto da Ko C. e colleghi (2013) presso l’Università di Taiwan ha esaminato, attraverso un’indagine di fMRI, i correlati cerebrali del craving in persone con dipendenza da videogiochi online (Ko C. et al., 2013). I risultati hanno evidenziato una maggiore attivazione della Corteccia Prefrontale Dorsolaterale bilaterale, del Paraippocampo e del Cingolato posteriore e anteriore destro nei pazienti affetti da dipendenza. L’attivazione di queste aree coincide con il circuito cerebrale coinvolto nei meccanismi di dipendenza da sostanze o gioco d’azzardo patologico (Ko C. et al., 2013).

Inoltre, la dipendenza da Internet può causare anomalie a scapito della materia grigia cerebrale.
Uno studio condotto da Zhou e colleghi (2011) ha indagato i cambiamenti nella densità della materia grigia e i soggetti affetti da IAD hanno una minore densità della materia grigia nel lato sinistro della Corteccia Cingolata Anteriore, della Corteccia Cingolata Posteriore, dell’Insula e del Giro Linguale, rispetto ai non dipendenti (vedi Fig.1).

Queste regioni sono responsabili della modulazione del comportamento emotivo e la loro atrofia causerebbe una compromissione funzionale della capacità di controllo cognitivo (Yuan K. et al., 2011) e spiegherebbe i disturbi comportamentali ed emotivi dei soggetti con IAD.

Fig.1 – Riduzione della materia grigia nella corteccia cingolata anteriore sinistra (A), nella corteccia cingolata posteriore sinistra (B), nell’insula sinistra (C), nel giro linguale (D), in adolescenti con IAD
(Zhou Y. et al., 2011).

Le persone affette da Dipendenza da Internet hanno, inoltre, un deficit del Sistema Dopaminergico. A tal proposito, Kim S. e colleghi (2011) hanno esaminato le alterazioni neurobiologiche in persone affette da IAD. Secondo i risultati dello studio, la IAD è associata a una ridotta disponibilità dei recettori dopaminergici D2 nel corpo striato, nello specifico nel caudato dorsale e nel putamen destro. Queste disfunzioni sono coerenti con i ridotti livelli dei recettori D2 della dopamina riscontrati in altre dipendenze (Kim S. et al., 2011). A tal proposito, Hou H. e colleghi (2012) hanno indagato se le anomalie del sistema dopaminergico riscontrate in persone con tossicodipendenza, fossero presenti anche in persone con IAD.

Per individuare le anomalie nei livelli del trasportatore striatale della dopamina (DAT), è stata utilizzata la Tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli (SPECT). Dall’analisi dei risultati è emerso un’alterazione dei livelli di espressione del trasportatore striatale della dopamina (DAT) nei soggetti affetti da IAD (Fig.2), proprio come in altri disturbi da dipendenza (Potenza M., 2006).

Fig. 2 – Confronto tra immagini di SPECT di un soggetto con IAD (a) e un soggetto senza IAD (b), entrambi ventenni. L’emisfero cerebrale sinistro è raffigurato nella parte destra dell’immagine. Il soggetto con IAD mostra una riduzione del DAT nello striato. Il corpo striato bilaterale è più piccolo e irregolare rispetto a quello del gruppo senza IAD (Hou H. et al., 2012).

 

La terapia cognitivo comportamentale per la dipendenza da internet

La Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) risulta efficace per il trattamento della Dipendenza da Internet.

L’obiettivo principale è la modificazione del comportamento per un uso sano di internet.
Il programma di trattamento richiede che la persona sia pronta ad ammettere la dipendenza.
Successivamente, può avvenire la Ristrutturazione Cognitiva dei pensieri disadattivi che causano i comportamenti compulsivi su Internet.
Infine, sono identificati i fattori personali, situazionali, sociali e psichiatrici che possono essere associati allo sviluppo della dipendenza (Marlatt, Blume, & Parks, 2001).

Le tecniche maggiori (Young, 2007) usate nella terapia per la dipendenza da Internet sono:

  • esercizi comportamentali
  • prove comportamentali
  • desensibilizzazione
  • tecniche di rilassamento
  • tecniche di self-management
  • training di abilità sociali

Oltre agli interventi di cura è importante agire anche nell’ambito della prevenzione, con interventi psico-pedagogici ben strutturati, in modo tale che la persona possa crescere con le adeguate competenze culturali e tecnologiche per vivere nell’era digitale, senza cadere nell’uso problematico di questi strumenti.

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Bibliografia

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