09 Feb 2023

Disturbo da accumulo

di Valentina Gazzaniga


Il disturbo da accumulo o hoarding disorder consiste nella necessità di raccogliere e accumulare oggetti privi di valore e nell’impossibilità di disfarsene.
Questo comporta un impedimento nell’uso corretto dell’ambiente di vita.

Frost & Hartl, 1996; Mancini, 2005

Negli ultimi trent’anni questo disturbo è stato oggetto di numerose ricerche che hanno portato a una sua concezione clinica completamente nuova.

Infatti, va considerato che nel DSM-III il disturbo da accumulo era una componente del disturbo ossessivo compulsivo di personalità (DOCP), cioè ne rappresentava uno dei criteri diagnostici. Con la pubblicazione del DSM-IV-TR, il disturbo da accumulo è diventato un sintomo del disturbo ossessivo compulsivo – DOC, per poi giungere all’attuale DSM-V in cui l’hoarding viene riconosciuto come una categoria diagnostica a sé stante nel capitolo sui Disturbi ossessivo-compulsivi.

I criteri diagnostici per la diagnosi di disturbo da accumulo sono:

  1. Persistente difficoltà di gettare via o separarsi dai propri beni, a prescindere dal loro valore reale
  2. Questa difficoltà è dovuta a un bisogno percepito di conservare gli oggetti e al disagio associato al gettarli via
  3. La difficoltà di gettare via i propri beni produce un accumulo che congestiona e ingombra gli spazi vitali e ne compromette sostanzialmente l’uso previsto. Se gli spazi vitali sono sgombri, è solo grazie all’intervento di terze parti (per es. familiari, addetti alle pulizie, autorità)
  4. L’accumulo causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (incluso il mantenimento di un ambiente sicuro per sé e per gli altri)
  5. L’accumulo non è attribuibile a un’altra condizione medica
  6. L’accumulo non è meglio giustificato dai sintomi di un altro disturbo mentale

Gli studi condotti in questo ambito hanno motivato il passaggio del disturbo da accumulo da criterio per il DOC – disturbo ossessivo compulsivo a categoria diagnostica specifica, portando a comprendere l’esistenza di diverse modalità possibili di relazione tra hoarding e DOC, ma anche tra hoarding e altri disturbi.

Disturbo di accumulo e disturbo ossessivo compulsivo

Uno studio di Abramowitz et al. (2008) ha dimostrato come l’hoarding – disturbo da accumulo non possa essere considerato un sintomo del DOC – disturbo ossessivo compulsivo, poiché i pazienti con DOC non evidenziano livelli più elevati di sintomi da accumulo rispetto ai pazienti con altri disturbi (ad esempio, un disturbo d’ansia).
Piuttosto controllo, lavaggio, ossessione e ordine sono elementi che sembrano aumentare nei pazienti con DOC.

Da questa e altre ricerche, è emerso che nella maggior parte degli individui il disturbo da accumulo sembra essere un’entità separata dal DOC; infatti, ci sono pazienti che hanno un disturbo da accumulo, ma non manifestano altre ossessioni e compulsioni, quindi, non soddisfano i criteri per un DOC (Albert et al., 2012, Frost et al., 2012).
In un campione di 217 pazienti con hoarding, il 18% soddisfaceva anche i criteri per il DOC (Frost et al., 2011).

Invece, in altri casi, il disturbo da accumulo viene posto in comorbilità con il disturbo ossessivo compulsivo: questi soggetti sono più ansiosi e depressi rispetto ai pazienti con la sola presenza di DOC, dimostrando come l’hoarding comporti un danno più significativo (Frost et al., 2000).

Ancora, un’importante differenza rispetto al DOC sembrerebbe riguardare le ossessioni e le compulsioni: se nel disturbo ossessivo-compulsivo le ossessioni sono vissute come invadenti o indesiderate, i pensieri associati all’accumulo non sono vissuti in questo modo. L’angoscia provata dagli hoarders deriva più che altro dalle conseguenze del loro comportamento di accumulo che dai pensieri stessi (ad esempio, l’angoscia deriva dal disordine dell’ambiente in cui la persona, e/o chi vive con lei, si ritrova).

Disturbo da accumulo e altri disturbi

Il disturbo da accumulo risulta spesso in comorbilità con altri disturbi, tra cui disturbi depressivi, disturbo d’ansia sociale, disturbo d’ansia generalizzato e ADHD. In particolare, dalla letteratura emerge come nei campioni clinici, la condizione di comorbilità più frequente sia quella del disturbo depressivo maggiore (Frost et al., 2015), seguita dal disturbo d’ansia generalizzato e fobia sociale.

Disturbo da accumulo – come curarlo

Inizialmente, il trattamento per il disturbo da accumulo coincideva con quello per il DOC, in quanto lo si considerava una sua componente.
In realtà, i trattamenti che risultavano efficaci per i pazienti con DOC portavano scarsi benefici ai pazienti con hoarding.

Era necessario quindi definire un intervento che si basasse sul modello cognitivo-comportamentale del disturbo da accumulo, il quale è considerato come risultato di diversi fattori:

  • Deficit di elaborazione delle informazioni
  • Credenze disadattive e attaccamento emotivo ai beni
  • Distress emotivo ed evitamento

Per agire sui tre elementi che caratterizzano il disturbo da accumulo si applica la terapia cognitivo-comportamentale CBT, in grado di trattare i deficit nell’elaborazione delle informazioni, le credenze disfunzionali e l’attaccamento emotivo ai beni che si accumulano (Patel et al., 2019).
In particolare, vengono svolti:

  • Training per rinforzare le capacità di problem-solving e organizzazione,
  • Esposizione graduale agli stimoli stressanti (esposizione con evitamento della risposta – ERP)
  • Ristrutturazione cognitiva delle credenze irrazionali legate ai comportamenti di accumulo (Mancini et al., 2006).

Uno studio qualitativo di Ayers et al. (2012) ha dimostrato che il trattamento potrebbe essere migliorato concentrandosi sull’Esposizione con Prevenzione della Risposta – ERP, rimediando ai deficit delle funzioni esecutive, fornendo compiti a casa semplificati (in modo tale da aumentare la compliance del paziente) e diminuendo l’enfasi o modificando le tecniche di ristrutturazione cognitiva.

Presso le sedi fisiche di Lecce, Roma, Ladispoli di Istituto Santa Chiara e online è possibile effettuare la psicoterapia basata sul modello cognitivo-comportamentale per il trattamento del disturbo da accumulo con gli specialisti accreditati del settore e formati per tale disturbo!

Bibliografia

Abramowitz, J.S., Wheaton, M.G., & Storch, E.A. (2008). The status of hoarding as a symptom of obessive-compulsive disorder. Behaviour Research and Therapy, 46 (9), 1026-1033.

Albert, U., Barbaro, F., Aguglia, A., Maina, G. & Bogetto, F., (2012). Hoarding e disturbo ossessivo-compulsivo (DOC): due entità cliniche distinte in comorbilità o hoarding secondario al DOC? Hoarding and obsessive-compulsive disorder (OCD): two separate, comorbid disorders or hoarding secondary to OCD?. Quaderni Italiani di Psichiatria, 31 (4), 164-173.

American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. It. Raffaello Cortina, Milano, 2014.

Ayers, C.R., Bratiotis, C., Saxena, S. & Loebach Wetherell, J. (2012). Therapist and patient perspectives on cognitive-behavioral therapy for older adults with hoarding disorder: A collective case study. Aging and Mental Health, 16 (7).

Frost, R. O., & Hartl, T. L. (1996). A cognitive-behavioral model of compulsive hoarding. Behaviour research and therapy34(4), 341-350.

Frost, R.O., Steketee, G., Williams, L. F. & Warren, R. (2000). Mood, personality disorder symptoms and disability in obsessive compulsive hoarders: a comparison with clinical and nonclinical controls. Behaviour Research and Therapy, 38 (11), 1071-1081.

Frost, R. O., Steketee, G. & Tolin, D. F. (2015). Comorbidity in hoarding disorder. Focus – The Journal of Lifelong Learning in Psychiatry, 13, 244-251.

Mancini, F., & Perdighe, C. (2005). Il disturbo ossessivo-compulsivo. Manuale di Psicoterapia Cognitiva (Seconda Edizione). Bollati Boringhieri Editore, Torino.

Mancini, F., Barcaccia, B., Capo, R., Gangemi, A., Gragnani, A., Perdighe, C., Rainone, A. & Romano, G. (2006). Trattamento cognitivo-comportamentale nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo: risultati di uno studio di esito naturalistico in aperto con follow-up a 6, 12 e 24 mesi. Rivista di Psichiatria, 41 (2), 99-106.

Patel, K. S., & Hughes, A. J. (2019). Assessment and Treatment of Hoarding Behavior. Journal of Health Service Psychology45 (1), 11-16.

Pertusa, A., Fullana, A. M., Singh, S., Alonso, P., Menchon, J.M., Mataix-Cols, D. (2008). Compulsive Hoarding: OCD Symptom, distinct clinical syndrome, or both? The American Journal of Psychiatry, 165 (10), 1289-1298.Tolin, D.F., Frost, R.O. & Steketee, G. (2007). An open trial of cognitive-behavioral therapy for compulsive hoarding. Behaviour Research and Therapy, 45, 1461-1470

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