di Laura Forchione
Che cos’è?
Il disturbo fonetico fonologico rientra nei “disturbi della comunicazione” e descrive in particolar modo una difficoltà relativa alla produzione di alcuni fonemi.
Durante l’eloquio, infatti, possono essere presenti inversioni, omissioni, sostituzioni, che talvolta interferiscono sull’intellegibilità e sulla comunicazione verbale.
Oltre a essere evidente il problema articolatorio, è riscontrabile anche un’alterazione nella discriminazione uditiva dei suoni (tratti distintivi) e nella corretta sequenza dei fonemi all’interno della parola (la struttura fonotattica).
La ridotta capacità comunicativa può ripercuotersi nelle interazioni sociali e scolastiche.
Come si manifesta e quando?
Ogni bambino, durante la crescita, acquisisce i vari fonemi in base alle difficoltà articolatorie e alle inclinazioni nell’apprendimento.
Spesso può compiere degli errori quando impara a pronunciare parole nuove.
Dai 4 anni in poi circa, si consolida la pronuncia di tutti i fonemi, anche di quelli più difficili.
Il disturbo si manifesta quando gli errori continuano a essere presenti anche dopo tale età, tanto da rendere difficilmente comprensibile il linguaggio verbale a causa delle numerose alterazioni fonologiche, nonostante la struttura frasale appare correttamente organizzata.
Tra le cause può essere presente una storia familiare positiva per disturbi dell’eloquio o del linguaggio. Le difficoltà non sono riconducibili a condizioni congenite, acquisite, mediche o neurologiche.
Come si fa la diagnosi?
Dopo aver effettuato una visita dal neuropsichiatra infantile e avendo escluso qualsiasi tipo di compromissione neurologica, strutturale, uditiva o fisica, il logopedista effettua una valutazione attraverso l’analisi dell’inventario fonetico fonologico e l’utilizzo di test standardizzati per indagare le abilità prassiche, l’articolazione verbale, la percezione fonetico-fonologica e le abilità comunicativo-linguistiche.
In questo modo è possibile individuare le caratteristiche del disturbo, in particolare se si tratta di un disturbo articolatorio o fonetico (mancano dei suoni), un disturbo fonologico (vengono utilizzati male i suoni che possiede) o un disturbo fonetico-fonologico (mancano dei suoni e quelli che possiede vengono utilizzati male).
Come si cura?
In base alle caratteristiche del disturbo, il logopedista elabora un piano di trattamento individuale e personalizzato che ha lo scopo di migliorare l’articolazione dei suoni e ridurre gli errori nella produzione delle parole attraverso lo sviluppo delle abilità uditivo-percettive, neuromotorio-articolatorie e cognitivo-linguistiche.
Il trattamento logopedico precoce è fondamentale in quanto, durante l’acquisizione del linguaggio, la competenza fonologica influenza sensibilmente le abilità grammaticali, lessicali e sintattiche ed è quindi importante ridurre il rischio di ripercussioni sugli apprendimenti scolastici.
È opportuno, quindi, che il trattamento si concluda prima dell’inserimento nella scuola primaria, per prevenire eventuali difficoltà nel processo di conversione grafema-fonema e nell’apprendimento della lettura.
Cosa possono fare i genitori per aiutare il bimbo?
Oltre all’intervento mirato sul bambino, l’attività del logopedista prevede la realizzazione di una rete di collaborazione con la famiglia, in quanto è fondamentale il contributo dei genitori durante tutto il percorso.
Si condividono insieme il progetto riabilitativo, gli obiettivi e le modalità di raggiungimento degli stessi.
I genitori, infatti, seguendo le indicazioni del logopedista, possono svolgere a casa esercizi per il rinforzo della muscolatura bucco-oro-facciale, attività che mirano al corretto utilizzo dei fonemi impostati, alla ripetizione di sillabe/parole/frasi, all’ampliamento delle competenze lessicali e soprattutto al consolidamento dell’impostazione fonetica nell’eloquio spontaneo.
A tal proposito è utile stimolare la comunicazione attraverso, per esempio, le routine quotidiane, commentare ciò che viene svolto durante la giornata, porgergli delle domande e attendere delle risposte, considerando il bambino un vero e proprio partner conversazionale.
È importante parlargli con tranquillità, utilizzando un linguaggio semplice e alla sua portata, offrendogli così un modello linguistico corretto e facile da apprendere.
Le sedi a cui rivolgersi per il Disturbo fonetico fonologico
SEDE DI ROMA
SEDE DI LECCE
Teleriabilitazione
Presso Istituto Santa Chiara è attivo il servizio di
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I pazienti potranno avere a disposizione i professionisti, comodamente e ovunque, senza incidere sulla qualità della terapia, che verrà rimodulata e proposta online, caso per caso.
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