29 Mar 2021

L’impatto della pandemia su bambini e ragazzi

È passato ormai più di un anno dalla dichiarazione dell’OMS dello stato di pandemia globale e le conseguenze a livello psicologico che ha causato stanno mettendo alla prova un numero sempre crescente di individui.
Studi e analisi condotte in questo particolare periodo storico stanno rivelando, infatti, una situazione preoccupante che riguarda in particolare i soggetti in età evolutiva.

Sono vari i disturbi di natura psicologica che iniziano a manifestarsi in bambini e adolescenti.
Le conseguenze di una convivenza in quarantena con i familiari in spazi spesso non sufficientemente ampi, della didattica a distanza, insieme a tutti gli effetti concatenati di un forzato distanziamento sociale, solo in Italia, fanno registrare evidenti problematiche in un bacino di 8 milioni di studenti.
Secondo l’Unesco, su scala globale, emergono oltre 580 milioni di studenti colpiti in prima persona in questa seconda ondata della pandemia, dopo un picco di quasi un miliardo, raggiunto nella prima ondata.

La didattica a distanza e l’impatto su bambini e adolescenti

Tra le diverse problematiche di natura psicologica, quelle strettamente legate all’assenza di lezioni scolastiche tradizionali in presenza sono da ritersi considerevoli. 

Centro delle principali e più importanti relazioni sociali, per i bambini e ancora di più per gli adolescenti, la scuola ha una funzione educatrice fondamentale.
Tra gli aspetti più importanti:

  • Il meccanismo instaurato dalla routine scolastica, che permette ai giovani di imparare a organizzare il proprio tempo;
  • L’ambiente scolastico, con l’osservanza di regole di comportamento e di un abbigliamento consono al luogo;
  • Le figure stesse dei docenti e dei maestri, in particolare per i più piccoli che notano ora l’assenza di assistenti regolari.

Sono tutti aspetti, tappe fondamentali, venuti meno in questo contesto di pandemia, che stanno generando una situazione insolita per lo sviluppo cognitivo dei giovani studenti.

Entrando nel merito del vero e proprio aspetto didattico, occorre ricordare che seguire una lezione tradizionale tramite video è molto più impegnativo e faticoso.
È necessario, infatti, un maggiore coinvolgimento dei ragazzi per non renderli solo meri soggetti passivi di ricezione d’informazioni.
In alcuni centri sono state sviluppati strumenti e tecniche che puntano a un più forte coinvolgimento dei ragazzi, ma occorre una diffusione più massiccia degli stessi; se così non fosse, a risentirne ulteriormente saranno i livelli di apprendimento dei ragazzi colpiti.

Il distanziamento sociale

Come detto, oltre alla sottolineata importanza della scuola come istituzione, essa ha sempre rappresentato il principale centro di contatto con i coetanei, un luogo importantissimo dove intrattenere relazioni sociali.
Proprio su queste ultime si basa essenzialmente la salute mentale, ovvero sull’educazione a una corretta socialità. 

La frequentazione della scuola, o di altri centri di aggregazione sociale, infatti, rappresenta una tappa fondamentale tanto per i bambini che risentono altrimenti dell’impossibilità di fare giochi fisici, quanto per gli adolescenti per cui l’accettazione nel gruppo, con le dinamiche sociali concatenate, è indispensabile.

I periodi di quarantena forzata, la didattica a distanza e il divieto di riunirsi in gruppo sono tutte situazioni che stanno aumentando la propensione all’isolamento e il rischio di conflitti in famiglia.
Che sia la propria camera, un canale social o un gioco online, i ragazzi cercano un’altra dimensione in cui rifugiarsi, spesso lontana dai compagni di scuola o dai familiare.

L’isolamento è un fattore controproducente per lo sviluppo psicologico dei bambini e l’allontanamento dalle altre persone aumenta il rischio di disturbi psichiatrici.

La mancanza di certezze

La mancanza di certezze è una costante in questo periodo e tocca un gran numero di settori.
Per quanto riguarda bambini e adolescenti, l’incertezza, oltre che relativa al futuro, potrebbe essere legata al virus in sé e alle misure volte a contrastarlo, a causa di informazioni inadeguate a cui essi hanno avuto accesso in maniera autonoma.

La preoccupazione dei genitori per le implicazioni dovute al Covid, inoltre, anche se taciuta agli occhi dei figli, si riversa spesso su di essi, sensibili alla percezione di tali stati d’animo.
I più piccoli manifestano spesso sintomi, in conseguenza ai livelli di stress ai quali sono esposti, quali paura legata all’incolumità dei genitori e dunque attaccamento eccessivo, stato di irritabilità, aggressività oppure uno stato di tristezza con numerosi episodi di pianto.

Cosa possiamo fare

I periodi di significativo stress come quello che stiamo vivendo possono avere effetti psicologici profondi e duraturi, soprattutto sui soggetti in età evolutiva.
Secondo i ricercatori è possibile rendere questi periodi più tollerabili adottando una serie di accorgimenti per ognuna delle aree problematiche segnalate.

Per quanto riguarda la scuola, oltre ad adottare le tecniche di coinvolgimento degli studenti per la DaD su citate, si potrebbe pensare di potenziare le capacità di gestione dello stress dei ragazzi, grazie all’integrazione di servizi di supporto psicologico.

In ambito familiare, è consigliabile alimentare il dialogo ed esporre i bambini a poche e corrette informazioni sul Covid-19, favorendo la meta-comunicazione emozionale.
Comunicare con i bambini sulle emozioni che provano e su come stanno elaborando le informazioni che ricevono (meta-comunicazione) potrà fornire loro gli strumenti emotivi necessari per affrontare al meglio questa fase.
In caso di situazioni difficili, infatti, alcune emozioni possono prendere il sopravvento e generare reazioni esagerate.
Una situazione di forte stress porta infatti il cervello a produrre alti livelli di cortisolo a causa del quale le abilità funzionali e di comunicazione sociale diminuiscono.

In questi casi, l’attività fisica, svolta anche solo per pochi minuti, modifica i neurotrasmettitori nel cervello e può avere un impatto positivo sulla capacità di regolazione dell’emotività.
Numerosi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico riduce i livelli di cortisolo e di adrenalina, aumentando la dopamina e altre endorfine, aiutando a migliorare la regolazione emotiva.

Nonostante quanto detto finora, ovvero i suggerimenti circa i metodi da adottare in caso di insorgenza di una delle problematiche trattate, occorre sottolineare che non si conosce ancora molto sugli effetti a lungo termine delle pandemie sulla salute mentale di bambini e adolescenti.

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