Nel mondo industrializzato il 25% dei bambini al di sotto dei 5 anni soffre di disturbi del sonno, mentre dopo i 6 anni e fino all’adolescenza la percentuale si attesta intorno al 10-12%.
Quali sono i disturbi del sonno nel bambino?
I più comuni sono:
- Insonnia (20-30%)
- Parasonnie (25%)
- Disturbi del ritmo circadiano (7%)
- Disturbi respiratori del sonno (2-3%)
- Disturbi del movimento legati al sonno (1-2%)
- Ipersonnie (0,01-0,20%)
Come abbiamo già visto nell’articolo sui disturbi del sonno dei bambini della nostra rubrica su “Il sonno dei bambini“, i disturbi del sonno vengono attualmente classificati in otto categorie.
Insonnie, dissonnie e parasonnie sono già state approfondite, in questo articolo tratteremo: narcolessia e apnee ostruttive.
I disturbi da eccessiva sonnolenza diurna: la narcolessia
È un disturbo che dura tutta la vita ed è molto invalidante e anche pericoloso. Non si conosce l’origine ma si sa che è legata ad un disturbo della fase di sonno REM, quella fase durante la quale si formano i sogni: i bambini narcolettici presentano una eccessiva sonnolenza diurna, delle allucinazioni ipnagogiche (illusioni che si verificano nella fase di addormentamento, vissute come esperienze vivide e intese che si accompagnano spesso a paralisi), degli attacchi cataplettici e spesso una paralisi nel sonno.
La narcolessia è una malattia prevalentemente degli adulti ma può esordire anche in modo misconosciuto nell’età infantile. I bambini che affetti da narcolessia si addormentano a scuola sul banco, davanti alla tv e hanno grosse difficoltà a svegliarsi al mattino. Sono frequentissime le difficoltà di apprendimento scolastico. La sonnolenza diurna può manifestarsi con tanti microsonni che distraggono il bambino dalle lezioni scolastiche e che creano in lui grosse difficoltà a seguire il programma scolastico. Se misconosciuta, la narcolessia viene etichettata come difficoltà di apprendimento o come disturbo comportamentale. Spesso gli attacchi cataplettici di sonno improvviso si esprimono con mancanza improvvisa di forza muscolare e tremore alle gambe, molto spesso indotti da stress emotivi. Meno frequenti sono le allucinazioni al momento dell’addormentamento: il bambino vede strane figure geometriche prima di addormentarsi e le paralisi al risveglio: il soggetto, al risveglio mattutino, è impossibilitato a muoversi benché sia già sveglio e vigile.
La narcolessia infantile è piuttosto rara ma è un disturbo che rende il bambino insicuro e schivo e implica spesso ritardo di apprendimento. È bene diagnosticarlo in tempo perché può portare alla depressione.
Disturbi respiratori nel sonno: le apnee ostruttive
Sono molti i disturbi respiratori notturni dei bambini che comportano una cattiva qualità del sonno e, di conseguenza, disturbi comportamentali diurni come sonnolenza, facile irritabilità, distrazione a scuola e difficoltà di concentrazione ed apprendimento.
La sindrome delle apnee notturne ostruttive è definita dalla presenza di episodi di completa o parziale o prolungata ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno con persistenza dell’attività dei muscoli respiratori, cioè sforzi respiratori per mantenere comunque la respirazione anche in assenza di flusso aereo oro-nasale associata a desaturazione di ossigeno e ad aumento della anidride carbonica. Nel bambino la sindrome si manifesta con una vasta gamma di sintomi ed una loro ampia variabilità. Essa colpisce in media il 3% dei bambini tra i due ed i cinque anni.
I sintomi maggiori di questa sindrome sono:
- Russamento abituale e persistente da almeno due mesi
- Pause respiratorie e apnee notturne abituali e persistenti
- Difficoltà a respirare con respiro notturno rumoroso persistente
I sintomi minori sono:
- Russamento solo occasionale e intermittente
- Pause respiratorie e apnee notturne solo occasionali e intermittenti
- Difficoltà nel respiro notturno occasionale e intermittente
- Deficit di attenzione e scarso rendimento scolastico
- Iperattività diurna
- Eccessiva sonnolenza diurna
Vi sono poi dei segni, delle evidenze, che giustificano questi disturbi e si possono suddividere in maggiori e minori.
I segni maggiori sono:
- L’ipertrofia delle tonsille e delle adenoidi
- I dismorfismi cranio-facciali e le anomalie del retrofaringe come la microretrognazia, il palato ogivale e alcune malocclusioni dentali.
I segni minori sono:
- L’obesità
- Lo scarso accrescimento staturo-ponderale
Per fare diagnosi di vero disturbo respiratorio notturno devono essere presenti almeno un sintomo maggiore oppure almeno due sintomi minori oppure un sintomo maggiore e uno minore. Si impone soltanto un atteggiamento di attesa nel caso sia presente soltanto un sintomo minore.
I problemi comportamentali conseguenti ad un disturbo respiratorio notturno vero sono sovrapponibili al disturbo di iperattività-disattenzione con conseguente rischio evolutivo verso un più importante disturbo dell’apprendimento.
Come si intuisce, data la loro complessità, questi problemi possono essere affrontati in modo compiuto solo in multidisciplinarità, cioè in centri specializzati dove il problema può essere preso in carico da più figure professionali.